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UNA SETTIMANA AL CENTRO DI RECUPERO TARTARUGHE MARINE DI BRANCALEONE

L’estate del 2018 è stato un periodo particolare della mia vita. Avevo appena concluso il primo anno di università, il che significa aver costruito nuovi rapporti, averne persi altri, aver messo in dubbio me stessa ed essermi ritrovata cambiata. Sentivo di dover fare qualcosa di diverso, qualcosa che ho sempre voluto fare ma non ho mai trovato il tempo, che in realtà significa non aver mai trovato il coraggio. Gli animali mi sono sempre piaciuti, tutti, e non ho mai sopportato l’idea che la maggior parte di loro sia in pericolo per colpa nostra. Il CRTM di Brancaleone è arrivato come un faro nella notte, in quell’estate così particolare, e mi ringrazio per aver trovato il coraggio di buttarmi.

Il Centro di Recupero Tartarughe Marine di Brancaleone (Calabria), attivo dal 2006, si occupa di soccorrere, curare e riabilitare le tartarughe marine rinvenute in difficoltà. È gestito dalla Onlus “Blue Conservancy” che, senza scopo di lucro, è impegnata in prima linea nella salvaguardia delle tartarughe marine del Mediterraneo. Il Centro, che non dispone di finanziamenti pubblici o privati, organizza diverse attività atte a raccogliere fondi per il proprio mantenimento e per la cura degli animali. Difatti, con il tempo è diventato un punto di riferimento non solo per le tartarughe marine, ma anche per altri animali in difficoltà. Nel 2014 è iniziato il progetto Zampetta Solidale, con lo scopo di tutelare tutte le specie animali maltrattate o abbandonate, progetto che ha visto la sua coronazione nel 2018, con la nascita della Onlus “Animal Empathy”.

Tra le attività con cui il centro si finanzia ci sono gli eco-campus estivi di volontariato, a cui tantissime persone prendono parte ogni anno. L’esperienza può essere di una durata minima di una settimana fino a una durata massima di 3 mesi, e possono essere ospitati circa 10 volontari a settimana. All’arrivo presso il centro, che si trova negli ex locali della Stazione Ferroviaria di Brancaleone, verrete accolti da Tania e Filippo, i quali vi condurranno nella casa in cui trascorrerete il soggiorno. La casa è composta da 3 camere dotate di bagno, una cucina e un grande tavolo esterno dove godere tuttə insieme dei pasti. Il primo giorno verrà fatta una breve formazione sul Centro, sulla biologia delle tartarughe marine e sui problemi derivanti dalla pesca e dalla plastica, per permettervi di rispondere nel miglior modo possibile alle domande di chi lo visiterà. Durante tutto il periodo estivo, infatti, il Centro è aperto e visitabile, previa un’offerta libera a discrezione personale. L’attività principale, quindi, sarà quella di guida all’interno del Centro e di vendita dei gadget, altro modo che il CRTM utilizza per autofinanziarsi. Chiunque potrà vedere e fotografare gli esemplari degenti all’interno dell’ospedale, ovviamente nel pieno rispetto degli animali. Durante la permanenza come volontariə potrà capitarti di accompagnare Tania e Filippo in soccorso di una tartaruga marina o assistere al rilascio di un esemplare completamente guarito. Inoltre, verranno organizzate diverse attività, tra cui snorkeling, subacquea ed escursioni nel Parco Nazionale dell’Aspromonte.

Un’esperienza a 360° che mi sento vivamente di consigliare a chiunque. Grazie al loro lavoro e a quello di tutte le persone che decidono di aiutarli durante gli eco-campus, l’ospedale delle tartarughe – come viene affettuosamente chiamato – ha restituito al mare oltre 600 esemplari. L’emozione nel vedere una tartaruga marina riconquistare la propria libertà è indescrivibile. Durante la mia settimana di permanenza ho imparato a non dare nulla per scontato, a dare reale importanza ai piccoli gesti giornalieri, a condividere la mia quotidianità con persone appena conosciute e a rispettare i loro spazi e le loro stranezze. Ho riscoperto valori che troppo spesso diamo per scontati o che crediamo perduti, come l’altruismo, la solidarietà, la spontaneità e la fiducia. Non vorrei scadere nella retorica, ma posso affermare con sincerità che non sarei la persona che sono oggi se non avessi fatto questa esperienza, e che un po’ di Tania e Filippo resteranno con me per sempre, in attesa di poterli incontrare di nuovo.